Con il Comune e l’Orto botanico su cittadinanza e sensibilità ecologica

In occasione della Giornata internazionale della donna, Cinema Docet ha esteso la propria riflessione sull’empowerment femminile al tema della relazione con l’ambiente naturale elle forme attive (e attiviste) di sensibilità e cittadinanza ecologica. Il film La donna elettrica di Benedikt Erlingsson (2018), proiettato nella sede di Pignolo il 13 marzo 2025, evidenzia la scissione tra priorità collettive e individuali nel momento in cui la problematizzazione della relazione con il territorio e le dinamiche personali che costellano la vita della protagonista si influenzano reciprocamente.
L’incontro è stato aperto da una serie di interventi, tutti al femminile. La presidentessa del Comitato Unico di Garanzia di UniBg Roberta Di Pasquale ha riflettuto sull’importanza, nella vita delle donne, di far coesistere aspetti che, a causa degli stereotipi di genere, risultano spesso inconciliabili, come l’autodeterminazione e la maternità. Oriana Ruzzini, assessora alla transizione ecologica, ambiente e verde del Comune di Bergamo, ha illustrato le ultime iniziative dell’amministrazione, impegnata a presentare alla cittadinanza la prima comunità energetica rinnovabile. Mara Sugni, ha presentato le attività dell’Orto botanico di Bergamo “Lorenzo Rota”, di cui è responsabile dei servizi educativi. Come «una goccia che scava la roccia, la missione dell’Orto è mediare tra il mondo della ricerca e i cittadini e promuovere una relazione empatica tra tutti gli esseri viventi».
Fotografie di Sara Aresu
Nel dibattito dopo la proiezione, Arianna Mainardi, ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nel Dipartimento di Lettere, Filosofia, Comunicazione, ha ampliato la riflessione a partire dalle questioni sollevate dal film. La protagonista è una donna disposta a mettere a rischio la propria vita e il proprio progetto di adottare una bambina in favore di un’operazione di salvataggio del proprio territorio. «La dicotomia tra femminilità e ambiente – ha sostenuto Mainardi – apre la strada a un ripensamento del soggetto in chiave postumana dei limiti di genere, età, obiettivi e relazioni interpersonali presenti nelle narrazioni più classiche e stereotipiche. Il desiderio di giustizia nei confronti dell’ambiente, ma anche delle categorie minoritarie, e il femminismo che si cela dietro l’aiuto che anche le relazioni “atipiche” possono offrire, mettono in luce le mille sfaccettature del diritto umano».
Il percorso di Cinema Docet prosegue giovedì 20 marzo 2025 per il primo appuntamento sul tema “Geometrie immaginarie. La città fra architettura e letteratura”. Nella Sala 1 del Cinema San Marco alle ore 14 verrà proiettato il film Palladio di Giacomo Gatti (2019).
di Alessia Parisi