Mondonuovo

DATI DI PRODUZIONE
Titolo: Mondonuovo. Paese: Italia. Anno: 2003. Durata: 54’. Regia: Davide Ferrario. Sceneggiatura: Davide Ferrario. Produzione: Francesco Conversano, Nene Grignaffini. Casa di produzione: Movie Movie, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna e RAI Educational. Montaggio: Stefano Barnaba. Musica: Giorgio Canali. Sound design: Enrico Medri. Cast: Gianni Celati, Davide Ferrario.
SINOSSI
Un Gianni Celati sessantaseienne ci accompagna nel viaggio tra ferrarese, reggiano e modenese, soffermandosi in piccoli paesi della pianura emiliana, guardandosi attorno e trovando il tempo di riflettere e raccontare aneddoti su se stesso e sul trascorso della sua famiglia. Il viaggio è accompagnato dalla lettura di alcuni passi della raccolta di racconti Narratori delle Pianure e dalla ricerca di Sandolo, il paese natale della madre Exenia.
COMMENTO
Mondonuovo è un film documentario del regista Davide Ferrario, uscito nel 2003, in cui il protagonista è Gianni Celati, scrittore italiano che, insieme a Italo Calvino, ha segnato la sua generazione. Celati ci guida nella pianura emiliana partendo dall’argine del Po a Gualtieri, fino al delta di Comacchio, per poi proseguire il suo viaggio alla ricerca del mondonuovo, termine locale che si porta dietro gli ideali del socialismo. I toni desaturati delle riprese, i commenti dello scrittore e i suoi ricordi, che si alternano alla lettura di alcuni passi dei racconti di Narratori delle Pianure, restituiscono una sensazione di naturalezza e verità. Celati vuole avvolgere lo spettatore, vuole farlo sentire parte di questo racconto, alterna momenti in cui la sua presenza è fisica e vocale a momenti in cui la sua figura è fuori dall’inquadratura, ma la sua voce continua a sentirsi. Capita addirittura che prenda in mano la videocamera, come facendoci vedere il mondo non solo attraverso le sue parole, ma anche attraverso il suo sguardo.
CRITICA
Nel documentario di Davide Ferrario, Celati attraversa la pianura emiliana, catturando immagini evocative e offrendo riflessioni su questo paesaggio unico, una terra di mezzo sospesa tra fantasmi del passato e surreali ipermodernità.
– Torino Film Festival
a cura di Amanda Mini
“Ci sono quelli che scrivono i romanzi per raccontare il passato; dicono, la signora entrò alle cinque, in quel momento il fattore le disse eccetera eccetera. Ecco quelle lì sono le cose più tremende che ci sono. Proprio non si riesce più a immaginare niente. Ci sono delle storie che valgono solo per quello che non è immaginabile. Le storie valgono di più se c’è un tutto inimmaginabile che sta dietro le parole.”
Come non amare Gianni Celati?
Un’imprevedibilità caratteriale che potrebbe farlo apparire burbero e scontroso come può succedere agli occhi dei bambini intenti nei loro giochi di cortile, ai quali sfugge sfortunatamente il pallone finendo proprio nel giardino del vicino ombroso. Con l’immediato nascente timore di ognuno di loro di essere scelto per andare a riprenderla.
Ma il cuore di Gianni è immenso come gli spazi senza confini dei paesaggi che Davide Ferrario ha sapientemente utilizzato per raccontare un viaggio sospeso tra riflessioni e ricordi del passato.
La capacità evocativa che questo film raggiunge ha pochi eguali.
Nelle inquadrature malinconiche della fabbrica in disuso, ridotta ormai un rudere, ci viene data la possibilità di immaginare nuovamente un tetto a copertura dei laboratori; percepire, di lavoratori persi nel passato, il loro continuo viavai, intrecciato alle loro storie personali.
Un bar fermo nel tempo, non antico e non moderno. Una graniglia di marmo annegata nel pavimento, nella quale troviamo l’indizio per capire la sua nascita.
Una genesi non solo di un bar, ma della stessa vita di Gianni Celati.
Non narrata.
Evocata.
Mondonuovo è un film documentaristico del 2003 di Davide Ferrario con Gianni Celati.
Nel film si parte da Ferrara con l’idea di ripercorrere certe strade e itinerari che erano stati raccontati nei libri di Gianni Celati.
Qui Celati ci guida in un percorso alla ricerca di Mondonuovo attraverso la lettura di alcuni passi della raccolta di racconti “Narratori delle pianure”, dai suoi ricordi, pensieri e riflessioni, aneddoti e racconti su se stesso e sulla sua famiglia, e attraverso i suoi occhi.
Questa spontaneità e tranquillità che ha di comunicare, raccontare e il suo modo di atteggiarsi ci coinvolge in questo viaggio.
Tutto è reso familiare e spontaneo anche grazie alle inquadrature e all’utilizzo di piccole telecamere, che catturano il momento, l’attimo istantaneo, la vita, in quei posti sconfinati e tranquilli della natura, tutto questo è stato restituito a pieno anche grazie all’idea del “film nel film”.
Anche il sorriso e la naturalezza dei passanti che vengono ripresi e la loro felicità, questa spontaneità e bellezza della vita quotidiana ci accompagna nello straordinario percorso verso Mondonuovo.
Trovo che questi spazi tranquilli e sconfinati della natura, ci trasportino e ci raccontino una storia, ci comunichino attraverso l’immaginazione.
L’immaginazione e la fantasia sono preziose e ti accompagnano nel percorso di vita, trasportandoti e rendendoti libero in questo mondo.
Il finale del film fa trasparire un senso di libertà nel vivere la quotidianità, ed è reso unico e particolare grazie al modo che Celati ha di esprimersi e atteggiarsi, con tutta la sua naturalezza e tranquillità.
Un film affascinante e profondo che invita a riflettere sul nostro presente e futuro. Mondonuovo è un viaggio visivo e concettuale che mescola passato e innovazione con uno sguardo lucido e curioso. Ferrario riesce a catturare i cambiamenti del mondo con una narrazione poetica e mai banale. Ogni scena è un piccolo tassello che ci spinge a guardare la realtà con occhi diversi. Un’opera che stimola la mente e il cuore, lasciando spazio a domande e nuove prospettive.
Il film di Ferrario è un documentario che ripercorre i luoghi della Pianura Padana che hanno toccato la vita dello scrittore Gianni Celati, in modo diretto o indiretto, e che hanno ispirato la sua raccolta di racconti intitolata “Narratori delle pianure”.
La pellicola vede la collaborazione di Celati stesso che si rivela essere il punto focale del film, catturando fin da subito l’interesse dello spettatore.
Infatti, la personalità dello scrittore emerge dirompente dallo schermo e coinvolge il pubblico nei suoi discorsi e nelle sue elucubrazioni, inserendo spesso anche delle battute o degli aneddoti famigliari che aiutano lo spettatore a sentirsi maggiormente vicino a Celati stesso, alla realtà mostrata dal prodotto cinematografico.
Lo scrittore in particolare focalizza il suo viaggio sul mostrare i luoghi che i suoi nonni hanno percorso anni prima, risalendo dal delta del Po, per raggiungere la città di Ferrara. Le immagini dei luoghi sono spesso caratterizzate anche da interazioni con persone locali che abitano nelle aree in questione e arricchiscono lo sviluppo del film con le loro prospettive e i loro interventi.
Inoltre, altro aspetto estremamente interessante del film, è il fatto che molto spesso le scene educative in cui Celati fornisce informazioni oppure esprime la sua filosofia su tematiche di differente tipologia, sono intervallate da momenti in cui allo spettatore viene data alla possibilità di intravedere la crew cinematografica che lavora al film. In alcune sequenze infatti vengono mostrati i cameramen e i molti ciak e, in diverse occasioni, anche Ferrario stesso viene inquadrato. Questo aspetto permette non solo di percepire il prodotto cinematografico come più concreto, ma anche di vedere in prima persona l’amicizia che lega lo scrittore e il regista, la quale è un fondamento portante all’origine del film stesso.