Miti e riti della natura selvaggia

Fin dove può spingersi l’uomo per colmare il vuoto della propria esistenza? Quanti e quali limiti gli impone la natura selvaggia? Sono solo alcune delle domande che hanno orientato la visione di Grizzly Man di Werner Herzog (2005), film documentario atipico composto per gran parte di materiale d’archivio (le riprese amatoriali fatte dal protagonista, l’eco-attivista Timothy Treadwell) che ha aperto molte traiettorie di riflessione sul rapporto conflittuale tra uomo e natura.

Giorgio Avezzù, docente di Cinema, fotografia, radio, televisione e media digitali, ha contestualizzato il film all’interno dell’intera produzione del regista tedesco, con particolare riferimento alla sua idea di cinema: «Herzog si è sempre scagliato contro il cosiddetto cinema verité. Il suo è un cinema della visionarietà, alla ricerca di quella che lui stesso ha definito “verità estatica”, qualcosa che si rivela nascondendosi». In Grizzly Man i confini di genere sbiadiscono, il documentario si accosta al found footage: immagini che in realtà sfuggono dai principi di realismo e risultano in una visione romanticizzata della natura e degli animali. «Il regista vuole rappresentare questo sguardo che vorrebbe essere realistico ma non potrà mai esserlo. Per Herzog non c’è armonia nella natura se non il massacro collettivo: la natura è oscena e non si vuole far addomesticare dallo sguardo umano», ha specificato il prof. Avezzù.

Fotografie di Sara Aresu

Cecilia Nobili, docente di Lingua e letteratura greca, è intervenuta mettendo a confronto la nostra visione moderna con una molto più antica: «Quello della natura che si oppone all’uomo è un tema che ci accompagna dalle origini. In che modo? L’orso è sempre stato un animale iconico nella cultura indoeuropea: nei suoi ritmi di vita, incarna i ritmi della natura. È la figura animale che ha un significato profondo in diverse mitologie, poiché meglio incarna il conflitto tra uomo e natura. Su questo conflitto la cultura greca riflette con insistenza, tramite due strumenti: il mito per interpretare la realtà e il rito per risolvere i conflitti sociali. In entrambi l’orso è un punto di riferimento. Non sono rari i racconti mitologici che vantano questi esseri come protagonisti, o anche riti di iniziazione che si articolano attorno alla simbologia di questo animale, alla sua imitazione». Grizzly Man restituisce di uno spaccato analogo: un giovane uomo tenta di entrare a contatto con la natura nella sua dimensione più bestiale, provando a interpretarsi come parte integrata di una specie che non gli appartiene, con la quale non è possibile una convivenza armonica.

La proiezione a stimolato un intenso dibattito in sala, sia rispetto i delicati temi rilanciati dal film, sia sul modo di affrontarli del regista. La riflessione su Animal Intelligence prosegue giovedì 21 novembre a a partire dalla proiezione del film di animazione di Wes Anderson Fantastic Mr. Fox (2009). Di nuovo, e sotto un’altra forma, si avrà modo di indagare il complesso rapporto tra forme di vita umane e animali.

di Beatrice Bonacorsi