Fantastic Mr. Fox

DATI DI PRODUZIONE

Titolo originale: Fantastic Mr. Fox. Paese: Stati Uniti d’America. Anno: 2009. Durata: 87’. Regia: Wes Anderson. Soggetto: Roald Dahl. Sceneggiatura: Wes Anderson, Noah Baumbach. Produzione: Allison Abbate, Scott Rudin, Wes Anderson, Jeremy Dawson. Casa di Produzione: 20th Century Fox Animation, American Empirical Picture, Indian Paintbrush, Regency Enterprises. Fotografia: Tristan Oliver. Montaggio: Andrew Weisblum, Ralph Foster, Stephen Perkins. Effetti speciali: Tim Ledbury. Musiche: Alexandre Desplat. Scenografia: Nelson Lowry. Interpreti: George Clooney (Mr. Fox), Meryl Streep (Felicity Fox), Jason Schwartzman (Ash Fox), Bill Murray (Badger), Steven M. Rales (Beaver), James Hamilton (Mole), Wes Anderson (Weasel), Wallace Wolodarsky (Kylie), Eric Chase Anderson (Kristofferson Silverfox), Juman Malouf (Agnes), Jeremy Dawson (Figlio di Beaver), Michael Gambon (Franklin Bean), Hugo Guinness (Nathan Bunce), Robin Hurlstone (Walter Boggis), Willem Dafoe (Rat), Owen Wilson (Coach Skip).

SINOSSI

La vita dei signori Fox, scandita da saccheggi negli allevamenti e nelle aziende degli umani, subisce un brusco cambio di rotta quando, ingabbiati in una trappola tesa dai proprietari derubati, Felicity annuncia al marito di essere incinta. Questa notizia porta a una presa di coscienza da parte del protagonista, e a un cambio netto di vita per entrambi. Tuttavia la nuova routine cadenzata e tranquilla non appaga il signor Fox, che sente il bisogno di tornare alla sua vera natura. Un bisogno che lo catapulterà in una lotta con i fattori che vivono a poca distanza dalla sua tana, e che metterà in pericolo l’universo animale che lo circonda.

TRAILER

COMMENTO

Il film Fantastic Mr.Fox è un magistrale adattamento cinematografico dell’omonimo racconto per bambini di Roald Dahl (tradotto in italiano come Furbo, il signor volpe). Già dal titolo viene delineata la caratterizzazione del protagonista: una volpe, la cui scaltrezza arriva a sfociare in scelleratezza, mette a rischio la vita di tutti gli animali suoi vicini. Wes Anderson opta per uno stile di animazione stop-motion, che gli consente una minuziosa cura dell’estetica dei singoli personaggi, realizzati sotto forma di puppet e inseriti in una scenografia basata sulle illustrazioni della prima edizione del libro di Dahl. Oltre a ciò, il regista seleziona un cast di attori feticci ben noto a chi conosce la sua filmografia, come Bill Murray (Badger) e Jason Schwartzman (Ash). Pur trattandosi di una pellicola animata, vi è un’attenzione tecnica precisa ed estremamente d’impatto, con escamotage mirati a una restituzione realistica ed efficace della messinscena: Wes Anderson non adotta il classico doppiaggio statico nella sala registrazioni, preferendo ricreare concretamente scene e movimenti. In questo modo, la voce di George Clooney trasmette l’affanno fomentato di Mr. Fox nei momenti più salienti, con un’ottima interpretazione di questo personaggio che arriva al cuore dello spettatore. «Credo che il problema sia che ho bisogno che tutti mi considerino il migliore, il “Fantastico Mr. Fox”» afferma il protagonista, «e se non riesco a stupirli, meravigliarli e insomma metterli in soggezione non sono… Soddisfatto di me stesso! Alle volpi tradizionalmente piace correre rischi, cacciare prede, farla in barba ai predatori ed è quello che mi riesce meglio!». L’eroe di questa favola moderna si rivela essere il proprio peggior nemico del mondo che tenta di difendere, in un’ulteriore presa di coscienza che solleva domande e interrogativi che scuotono tanto l’eccentrica volpe di Anderson quanto ognuno di noi.

PREMI

  • Satellite Awards 2009: miglior film d’animazione
  • New York Film Critics Circle Awards 2009: Miglior film d’animazione, Miglior attore protagonista a George Clooney
  • San Francisco Film Critics Circle Award 2009: miglior sceneggiatura non originale
  • National Society of Film Critics Awards 2010: miglior scenografia
  • Festival internazionale del film d’animazione di Annecy 2010: miglior lungometraggio

CRITICA

È il film di Anderson più gioiosamente fantasioso dai tempi di “Rushmore”: ci sono duelli degni di uno spaghetti western, narrazione spezzata in capitoli

–Alex Poltronieri, Ondacinema

Fantastic Mr. Fox non è una semplice opera d’animazione, non è pensato e non è fatto per i bambini. Fantastic Mr. Fox è una pellicola incredibilmente ironica, profonda e motivata

–Daniele Daccò, Everyeye

Perfetta commedia da salotto buono newyorchese, sapida incursione nell’humour di stampo britannico, delirante e agitatissimo helzapoppin’ animato, tenero ritratto delle turbe adolescenziali: Fantastic Mr. Fox è tutto questo e ancora di più, confezionato in un’elegante animazione in stop-motion che sfoggia un lavoro di character design da leccarsi i baffi.

–Raffaele Meale, Quinlan

Anderson riesce a modellare e a far sua la storia di Mr. Fox rendendola visivamente vicina al look bizzarro e brillante di tutti i suoi film, pervasi come questo da colori caldi, da un’atmosfera frizzante e romanticamente retrò, accentuata da tonalità autunnali che contribuiscono a rendere ancor più realistici e familiari sia i personaggi che i paesaggi.

–Luciana Morelli, Movieplayer

A cura di Elisabetta Quarenghi

Rating: 3.80/5. From 5 votes.
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9 thoughts on “Fantastic Mr. Fox

  1. Chi sono io? Sono un uomo o un animale?
    In quel simbolismo di gallerie scavate freneticamente sottoterra, nelle profondità viscerali della coscienza, Mr. fox porta uno spensierato e inconsapevole spettatore alla ricerca della sua risposta. Una leggerezza che crolla irrimediabilmente di fronte al quadro dove una ragnatela di tunnel sotterranei delinea il predomio dell’aspetto animale per la sopravvivenza, schiacciato dalle tre cupole che rappresentano l’oppressore. In una visione distopica, dove il cielo perde il suo rassicurante colore, la violenza irrompe nell’uso delle armi e nell’abuso di potere, la natura sconvolta con l’iconico albero sradicato senza pietà, non abbiamo più dubbi. Sei un uomo Mr. Fox, ben più umano di quanto siamo noi, animali terrestri, ad osservarti.

     
  2. Ho sempre amato i fil di Wes Anderson, ma purtroppo, non questo.
    Offre certamente spunti interessanti dal punto di vista visivo e cromatico, negli spazi ritroviamo la simmetria e l’ordine tipici del regista, ma che sorprendentemente rendono meglio queste amate caratteristiche quando costruiti nella realtà e non tramite le tecniche scultoree dello stop motion, che, nonostante consentano di costruire un mondo da zero, è come se fossero troppo materiali e vere per un lavoro sull’onirico ed il sognante, che invece ci travolge nei suoi altri film. La mia, tuttavia, non vuol essere una critica su questo punto: è sempre ammirevole il prodigarsi in nuove tecniche ed il film è di innegabile successo. Forse, ciò che più mi è mancato è stata un’identificazione con uno dei personaggi, che ho percepito come molto distanti, cosa probabilmente accentuata dal fatto che fisicamente sono animali e non uomini e dalla storia che propone una realtà stereotipata ed eccessivamente semplificata. Ho apprezzato durante il dibattito il discorso sullo sviluppo dell’identità del protagonista, la sua accettazione di essere anche un animale selvatico e di non potersi imporre una vita che non gli appartiene. Questo discorso identitario, però, colpisce solo lui (e suo figlio): nel resto della società animale ognuno è integrato e svolge il suo ruolo senza particolari problemi. Il ruolo che Mr Fox svolgeva inizialmente, e a cui vuole ritornare, è quello del “fuorilegge” (come Robin Hood ruba ai più ricchi ma non dà ai più poveri, tiene tutto per sé e per la sua famiglia). Inizialmente svolge questo ruolo con sua moglie, che invece insiste nel cambiare e vivere una vita meno rischiosa, quindi lei non è un animale selvatico? Questo film fa sorgere in me dubbi e sconcerti riguardo alla storia che propone ed il suo significato, così che mi piacerebbe poterlo guardare con i miei occhi da bambina e chiedermi: cosa ne pensi?
    Il film pone un altro accento interessante sulla relazione tra uomo e natura: gli animali vivono in uno spazio aperto, vasto, in armonia, mentre gli umani in uno spazio recintato, di produzione, che va protetto, di cui uno solo è proprietario. Il paesaggio è degli animali e non dell’uomo, tuttavia l’uomo può passarci e distruggerlo in nome di un capriccio guidato da una ragione superiore (posta come una ragione di orgoglio in questo caso, più che di evidente necessità).
    In conclusione, l’invito del film è, a mio parere, quello di essere un po’ più animali e un po’ meno uomini.

     
  3. Fantastic Mr.Fox è un film che nasce dal racconto per bambini di Roald Dahl del 1970.
    Chi sono? Chi voglio essere?
    Queste sono le domande che Mr. Fox si pone e che permangono durante il corso di tutta la pellicola.
    Fantastic Mr. Fox è un film che attraverso il mondo animale ci porta a ragionare su noi stessi.
    È una critica sociale ma anche un’indagine sull’essere umano.
    L’essere umano che si pone una domanda: chi sono?
    La presenza di uomo e animalità porta il protagonista ad interrogarsi.
    Mr. Fox alla fine diventa consapevole della sua animalità ed evidenzia come l’uomo abbia ancora una parte legata agli istinti.

     
  4. “Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson è stato per molti ragazzi della mia generazione l’entry point alla filmografia del regista, ma non per me. Ne ho sempre sentito parlare da chiunque in modo positivo, ma la particolare estetica dei pupazzi utilizzati per il film mi ha per lungo tempo tenuto lontano dalla visione. Questa non è la prima volta che vedo il film, è la seconda, ma posso dire di aver apprezzato particolarmente questo primo vero lungometraggio animato di Anderson, dopo alcuni inserimenti di animazione in altri suoi film come “The Life Aquatic with Steve Zissou”, nel quale erano presenti alcune creature marine realizzate con dei pupazzi animati in stop motion.
    Questa storia sulle volpi, adattata ed estesa da una storia di Roald Dahl riesce a coinvolgere sia i bambini con i suoi colori e personaggi accattivanti, che gli adulti con tematiche identitarie difficili da digerire totalmente dai più piccoli, specialmente riguardo la crisi di mezza età del protagonista.
    Sicuramente nel successivo film animato, “L’isola dei cani”, il regista ha sviluppato la sua tecnica in modo smisurato, ma già qui, in una dimensione ridotta e claustrofobica, quasi di oppressione in alcune situazioni, riesce ad essere efficace ed a confezionare un film ottimo.
    Il tema degli istinti che cercano di farsi valere sulla natura razionale dell’uomo è universale, ed è tradotto in modo convincente nella pellicola.
    Mi trovo in difficoltà a parlare di questo film perché mi sembra che sia già stato detto tutto, o forse troppo, a riguardo. Senza contare l’aura quasi leggendaria che ha acquisito nel tempo, e del mio particolare apprezzamento personale per Wes Anderson.

     
  5. Fantastic Mr. Fox è un’opera che, sin dal suo titolo, suggerisce una favola animata, ma che in realtà si sviluppa in un universo visivo e narrativo ben più profondo. La regia di Wes Anderson è un’ode alla simmetria, al dettaglio minuzioso e al colore, e lo rende uno degli esempi più riusciti di animazione stop-motion, un genere che, purtroppo, è spesso trascurato.

    Dal punto di vista visivo, il film si presenta come una vera e propria esplosione di composizioni fotogrammatiche perfette. Ogni scena è pensata come una fotografia, un quadro in cui ogni elemento è al posto giusto, dando un senso di ordine che contrasta con il caos della storia. Gli sfondi sono meticolosamente costruiti, come se fossero interni di una casa piena di particolari che rimandano a una precisione quasi maniacale.
    Le inquadrature di Anderson, infatti, non sono mai casuali: la simmetria è un elemento centrale che si riflette anche nel movimento dei personaggi. Questa è una delle cose che più mi ha colpito, come le pose e le angolazioni siano perfettamente equilibrate, creando una sensazione di armonia visiva che è al contempo naturale e artificiale.
    Il paesaggio è un altro aspetto che gioca un ruolo importante nel film. La scelta di ambientare la storia in un paesaggio che sembra di cartone e in cui tutto è visibilmente artificiale, si lega perfettamente alla tecnica di stop-motion, che rende ogni oggetto, ogni foglia, ogni singola porzione di terreno, un elemento da osservare attentamente. La natura appare come una scenografia, ma è proprio questa artificialità che dà vita a una sensazione di realismo surreale.

    A livello narrativo, Fantastic Mr. Fox è tanto più interessante quanto più si riflette sulla sua struttura. Non è solo una storia di animali che cercano di sopravvivere a una minaccia, ma un racconto sulle scelte personali, sull’identità e sul conflitto generazionale. La figura di Mr. Fox è quella di un personaggio che lotta con il proprio passato e la propria natura, e che, nonostante il suo spirito libero e avventuriero, è costretto a fare i conti con la famiglia e le sue responsabilità. Questo conflitto, così umano e universale, mi ha colpito non solo dal punto di vista della trama, ma anche per come è stato rappresentato visualmente. La fotografia del film – sebbene animata – ricorda quella di un film drammatico, con un uso espressivo della luce e dei colori che aiuta a trasmettere l’intensità emotiva delle scene. Il passaggio dall’intimità della casa di Mr. Fox all’immensità della natura e dei nemici è delineato in modo molto preciso, come se ogni spazio, piccolo o grande, avesse una propria identità e peso nella storia.

    Fantastic Mr. Fox è una perfetta combinazione di contenuto e forma. Il suo lato estetico, fortemente influenzato da una sensibilità che non può che colpire chi, come me, ama la fotografia, si intreccia sapientemente con la narrazione, dando vita a un’opera che non è solo per bambini, ma che offre molto anche agli adulti, ai lettori, ai cinefili e a chiunque abbia una passione per l’arte visiva.

    Questo film è come un sogno vivido, sospeso tra l’infanzia e la maturità, che ci ricorda che, talvolta, la vera magia non sta nel fantastico, ma nel modo in cui impariamo a guardare il mondo che ci circonda.

     
  6. Nel film Mr. Fox è un ladro, all’inizio ruba per pigrizia, in seguito per rivincita personale, cercando quel senso di adrenalina che non aveva più provato dopo essere diventato padre, e alla fine per sfamare tutti, come un buon Robin Hood;

    ma la verità è che noi esseri umani siamo Mr. Fox, siamo noi a rubare cibo, spazio e la stessa vita agli animali, invadendo la natura e uccidendo gli animali di cui abbiamo paura, ma proprio come lui a volte ci sentiamo obbligati, che sia per necessità o no, a commettere dei “crimini” perché abbiamo bisogno di mangiare e abbiamo bisogno di un tetto sopra la testa, ma allora Mr. Fox è uomo o animale?

    Penso sia questa la domanda essenziale, che in realtà riguarda tutti, il percorso di Mr. Fox sembra che lo trasformi sempre più in umano, perde la coda e abbraccia la sua umanità, teme il lupo ma alla fine trova un legame con esso, e alla fine vanno a vivere nelle fogne, che ricordano grosso modo le città, piene di persone chiuse in grigi piccoli appartamenti.

    Ciò che non ho apprezzato è la fine, Mr. Fox nonostante abbia quasi perso il figlio e il nipote ritorna alle sue vecchie abitudini, rubare, anche se per un buon motivo, torna stupidamente a fare ciò che ha scatenato una battaglia con gli umani e gli ha fatto perdere tutto, cosa significa questo? Forse che gli umani non possono cambiare? O che gli animali restano animali?

     
  7. “Fantastic Mr. Fox” di Wes Anderson: Una fiaba per tutte le età. Un film pensato per tutti, per i più piccoli un film divertente, con scenari allegri e simpatici, ma per il mondo adulto prende tutto un altro sapore.
    Fantastic Mr. Fox, un film d’animazione diretto da Wes Anderson, che prende origine dal libro di Roald Dahl. Racconta la storia del signor Fox, una volpe selvatica che a lungo andare prende sembianze più umane che animali, domandandosi “Chi sono io?”.
    Il film inizia con scene che mostrano l’essere animale di Mr. Fox, per poi trasformarsi, a lungo andare, in una versione sempre più umana della volpe.
    Si può ben notare questa trasformazione in una delle scene finali, quando Mr Fox, insieme al figlio, al nipote e il fidato amico, si imbattono in un lupo selvatico che non riesce a comunicare con loro perchè lui è e rimane un animale della foresta, mentre loro sono animali che piano piano prendono sembianze sempre più umane.
    Il film è visivamente straordinario, con una cura nei dettagli che crea un mondo colorato e affascinante. La storia esplora temi come la famiglia, l’autoaccettazione e il desiderio di cambiamento, ma anche l’importanza dei legami familiari. Il film ci insegna che, nonostante i difetti e le difficoltà, è la famiglia e il supporto reciproco a rendere la vita più significativa.
    I personaggi, come il signor Fox e sua moglie, sono ben caratterizzati, e le loro dinamiche creano momenti sia comici che emotivi.
    In sintesi, come dicevo inizialmente, è un film adatto a tutti, a grandi e piccini, ma a seconda dell’età tutto ciò che si vede sullo schermo cambia significato, diventando sempre più profondo e personale.

     
  8. Lo visto per la prima volta e mi è piaciuto molto. È molto curato nei dettagli degli ambienti inscenati, dai paesaggi all’ambiente interno, e dal punto di vista visivo molto cromatico. Nonostante sia preso da un libro per bambini è una pellicola d’animazione adatta a tutti: vengono trattati temi quali la famiglia, l’appartenenza a un gruppo, e da parte di alcuni personaggi della storia (rapporto conflittuale tra Mr. Fox e i proprietari delle fattorie) riconosciamo il tema dell’immedesimazione: noi ci aspettiamo che la volpe faccia le cose di un animale ma qui sorge la domanda “perché gli animali che vediamo si introducono nella sfera comportamentale umana?” Prendendo infatti come esempio Mr. Fox lo vediamo man mano abbandonare la sua natura da volpe per cercare di immedesimarsi nei caratteri umani, la differenza si può notare particolarmente alla fine quando, scappando dalla fattoria con il figlio e il nipote, incontrano un lupo che “a parole” non comunica con loro siccome è impersonato come un vero animale selvatico.

     
  9. Il film di Wes Anderson si presenta inizialmente come una pellicola di animazione avventurosa e divertente adatta ad un pubblico che abbraccia diverse generazioni.
    Si tratta di un adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Roald Dahl, aspetto che emerge fin da subito dalla pellicola che presenta anche delle didascalie durante lo sviluppo della narrazione, per aiutare lo spettatore ad individuare la separazione in capitoli che emulano quelli del libro.

    L’aspetto più significativo del film però sono i personaggi, in particolare il protagonista, Mr. Fox che vediamo attraversare diverse fasi della sua vita e vivere un profondo cambiamento.
    Tutti i personaggi principali del film, anche se non sono esseri umani, sono personaggi a tutto tondo, non stereotipati, sfaccettati e privi dell’unidemisnsioanlità e staticità che si è soliti trovare nelle figure protagoniste dei racconti delle favole.
    Mr. Fox non è un semplice personaggio simbolo di una caratteristica umana, come la volpe che rappresenta l’ipocrisia nella favola “La volpe e l’uva” o la formica che simboleggia previdenza e impegno nella favola “La cicala e la formica”. Al contrario, Mr. Fox rappresenta molteplici caratteristiche umane ed è emblema, soprattutto, del cambiamento costante che percorre la vita umana.
    Nel corso del film egli subisce costanti cambiamenti, fisici ed emotivi, e vive un processo di evoluzione che lo porta sempre di più a essere, non un animale, ma un essere umano.

    Infatti, Mr. Fox vive molti dilemmi umani fin dall’inizio del film, quando è costretto a rinunciare alla sua carriera di ladro per dare priorità alla sua famiglia, poco prima della nascita di suo figlio. Durante il corso degli eventi il suo processo di umanizzazione diventa sempre più significativo tanto che lui arriva addirittura a perdere la sua coda, elemento chiave del suo essere un animale.
    Inoltre, emblematica è anche una delle scene finali della pellicola in cui Mr. Fox incontra un lupo, simbolo del mondo animale, e tra i due non si riesce ad instaurare alcun dialogo, malgrado i tentativi del protagonista. Si tratta di una scena simbolica che mostra chiaramente il divario e la separazione tra mondo animale e umano e l’ormai appartenenza della volpe al secondo.

     

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