Mente, corpo e coscienza dell’A.I.
L’intelligenza artificiale può avere una coscienza? Il percorso multidisciplinare di Cinema Docet sull’AI si è concluso giovedì 31 ottobre 2024 con un dibattito a partire dalla visione del film Ex Machina (Alex Garland, 2014), un’opera che rilancia alcuni quesiti centrali nella riflessione contemporanea sull’intelligenza artificiale. Punto focale è la possibilità delle intelligenze artificiali di prendere coscienza di loro stesse. Ex Machina affronta il tema prendendo in considerazione un’AI sempre più cosciente della propria corporeità, all’opposto di quanto visto in Her di Spike Jonze, che trattava invece delle possibili relazioni sentimentali tra uomo e macchina a partire dall’assenza della fisicità visibile di quest’ultima.
Roberto Sala, docente di impianti industriali meccanici al Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione, ha sottolineato la cura dei dettagli e l’esattezza tecnica con cui il film restituzione il funzionamento dell’AI. Interagendo direttamente con Chat GPT-4 e traducendo una stringa di codice di programmazione apparsa nel film, Federico Leo Redi, docente di Fisica sperimentale delle interazioni fondamentali e applicazioni al Dipartimento di Ingegneria e scienze applicate, ha dimostrato l’inserimento di un easter egg. Si tratta della citazione del libro Embodiment and the Inner Life: Cognition and Consciousness in the Space of Possible Minds dello scienziato dell’informazione Murray Shanahan, a sua volta consulte scientifico di Garland per la realizzazione del film. Come ha sottolineato Adriano D’Aloia, coordinatore del gruppo di ricerca CiMAv – Cinema e Media Audiovisivi, questa citazione rivela la necessità di inserire la riflessione sull’AI in quadro teorico che metta in relazione la dimensione puramente computazionale della simulazione cognitiva e l’insuperabile dimensione corporea e sensibile della percezione. Se l’AI ha una coscienza virtuale, questa è inseparabile dalla sua incorporazione.
Michele Meoli, docente di Ingegneria economico-gestionale al Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione, ha invitato il pubblico a riflettere sul tema della relazione amorosa citando il libro 21 lezioni per il XXI secolo di Yuval Noah Harari, nel quale è presente una denuncia del carattere dispersivo delle relazioni amorosi nel cinema di fantascienza. Accanto alla progressiva sostituzione dell’AI all’uomo per le mansioni che richiedono maggiore precisione ed efficienza, è possibile che le macchine prendano il sopravvento anche nella sfera sentimentale e amorosa?
A estensione del tema del rapporto con il non-umano e con l’illusione di un’alterità pseudo-cosciente, Cinema Docet chiude il proprio percorso sull’intelligenza artificiale ma continua a riflettere sull’A.I., intesa come “Animal Intelligence”, tema a cui saranno dedicate le proiezioni del prossimo ciclo e che consentiranno al pubblico di osservare e discutere la relazione, spesso conflittuale, con la Natura.
di Elisabetta Quarenghi