Terminator 2 – Il giorno del giudizio

DATI DI PRODUZIONE

Titolo originale: Terminator 2: Judgment Day. Paese: Stati Uniti d’America. Anno: 1991. Durata: 137′. Regia: James Cameron. Sceneggiatura: James Cameron, William Wisher Jr.. Soggetto: James Cameron, William Wisher Jr.. Produzione: James Cameron. Casa di produzione: Carolco Pictures, Pacific Western Productions, Lightstorm Entertainment, Le StudioCanal+. Fotografia: Adam Greenberg. Montaggio: Conrad Buff IV, Mark Goldblatt, Richard A. Harris. Scenografia: Joseph C. Nemec III. Effetti speciali: Dennis Muren, Stan Winston. Musiche: Brad Fiedel. Interpreti: Arnold Schwarzenegger (Terminator), Linda Hamilton (Sarah Connor), Edward Furlong (John Connor), Robert Patrick (T-1000), Joe Morton (Miles Dyson), Earl Boen (Peter Silberman), S. Epatha Merkerson (Tarissa Dyson), Danny Cooksey (Tim), Castulo Guerra (Enrique Salceda).

SINOSSI

Anno 2029, mentre la terra è impegnata nella lotta contro le forze cyborg che cercano di distruggere l’umanità, due terminator vengono inviati nel 1995: un modello T-1000 per uccidere il ragazzo che sarà il futuro capo della resistenza umana, John Connor, e un modello T-800, meno avanzato ma con il compito di proteggere il futuro generale. T-800 rintraccia John e lo salva più volte da T-1000, aiutando il ragazzo a liberare la madre, Sarah, rinchiusa in un manicomio criminale. In seguito alla fuga, la donna deciderà di uccidere il responsabile della futura creazione dei terminator che perseguiteranno l’umanità: Myles Dyson. Impietosita non ci riuscirà, ma insieme a John e T-800 metterà al corrente lo scienziato delle conseguenze delle sue creazioni. Dyson decide di distruggere i progressi fino ad allora fatti, ma verrà interrotto dall’intervento di T-1000.

TRAILER

COMMENTO

Androidi assassini cercano in tutti i modi di porre fine all’umanità. Fulminei salti temporali, intriganti scene d’azione e colpi di scena emozionanti sono le premesse di Terminator 2 – Il giorno del giudizio. La pellicola del 1991 – co-sceneggiata, prodotta e diretta da James Cameron –  consolida il successo di Terminator, trasformando la saga ideata dal regista canadese in una delle più amate e acclamate dal pubblico e dalla critica. Attraverso l’utilizzo rivoluzionario e ambizioso della CGI, l’impiego meticoloso degli effetti speciali e la caratterizzazione dettagliata della messinscena, Cameron catapulta lo spettatore all’interno di un mondo di violenza e distruzione, in cui umani e robot coesistono e combattono per la sopravvivenza e il predominio. Oltre che una straordinaria esperienza visiva, Terminator 2 è un colossale ensemble di scene di lotta, sparatorie, inseguimenti ed esplosioni che, accompagnate dalla titanica colonna sonora di Bred Field, contribuiscono a creare un’atmosfera catastrofica unica. In questo scenario, dominato dallo sterminio, dove le macchine sono programmate per uccidere, l’unica speranza di salvezza per l’umanità è paradossalmente racchiusa nelle mani di un robot con sembianze umane (T-800). Il film non si limita così a illustrare gli effetti distruttivi del progresso tecnologico, ma solleva importanti spunti di riflessione sulle implicazioni etico-morali e i risvolti sociali dell’intelligenza artificiale: possono macchine prive di desideri, emozioni e sensazioni apparire umane e suscitare empatia? Possono contribuire a riscoprire fiducia e speranza nell’umanità?

PREMI

  • Premio Oscar 1992: miglior trucco, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali
  • Premio BAFTA 1992: miglior sonoro, migliori effetti speciali
  • Saturn Award 1992: miglior film di fantascienza, migliore regia, miglior attrice protagonista, miglior attore emergente, migliori effetti speciali
  • MTV Movie Award 1992: miglior film, miglior performance maschile, miglior performance femminile, miglior performance rivelazione, miglior sequenza d’azione
  • ASCAP Award 1992: Top Box Office Films a Brad Fiedel
  • Florida Film Critics Circle Award 1997: Special Achievement Award (per visione 3D)
  • Golden Screen 1992: Golden Screen Award
  • Premio Hugo 1992: Miglior rappresentazione drammatica
  • Mainichi Film Concours 1992: Miglior film straniero a James Cameron
  • People’s Choice Award 1992: Miglior film
  • Science Fiction and Fantasy Writers of America 1992: Bradbury Award a James Cameron

CRITICA

Nessuno nel cinema odierno può eguagliare il talento di Cameron per questo tipo di azione iperbolica e di grande schermo.

–Hal Hinson, The Washington Post

Due ore e venti al fulmicotone che lasciano senza fiato, ed eleggono definitivamente Arnold Schwarzenegger star di prima grandezza dell’action mondiale.

–Raffaele Meale, Quinlan

T2 presenta sequenze d’azione elettrizzanti e scoppiettanti effetti visivi, ma ciò che porta questa pietra miliare della fantascienza/azione ad un altro livello è la profondità dei personaggi umani (e cyborg).

Rotten Tomatoes

Grazie ad alcuni effetti speciali davvero spettacolari e a volte mistificanti – oltre ad una recitazione sorprendentemente solida, questo è un film d’azione eccezionale, più piacevole rispetto all’originale.

–Gene Siskel, Chicago Tribune

a cura di Beatrice Bonacorsi, Ivan Battaglia e Elisabetta Quarenghi

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21 thoughts on “Terminator 2 – Il giorno del giudizio

  1. Dopo sette anni il regista e scrittore James Cameron ritorna ancora una volta nelle vicende di Skynet e delle sue macchine senzienti.

    Anche se collegato al capitolo iniziale, Judgment Day si presenta come un film più divertente e ricco di azione rispetto all’atmosfera più sinistra e oscura del primo film.

    Sebbene sia conosciuto come un film di fantascienza, non manca la critica alla realtà del nostro mondo. Fino a che punto ci è permesso creare qualcosa di così vicino a noi e con una mente propria. Le macchine prenderanno il sopravvento? I robot sono capaci di pensare razionalmente?
    Armi di distruzione di massa, intelligenza artificiale, funzionalità delle istituzioni psichiatriche.

    Importante anche il ruolo bivalente delle armi.
    Da una parte viste come la causa che porta all’autodistruzione intrinseca dell’uomo “- Non sopravviveremo, vero? Noi umani, dicevo.
    – È nella vostra natura distruggervi.”
    Dall’altra come mezzo di intrattenimento, ma anche simbolo di virilità.

    Anche a distanza di anni e anni, questo film resiste e stupisce ancora il suo pubblico per gli incredibili effetti pratici e al computer. Dopotutto il regista James Cameron è noto per questi in altri suoi film come il franchise tutt’ora in corso di Avatar e il sottovalutato “The Abyss”.

    Assolutamente un must-watch.

     
  2. L’intelligenza artificiale rappresentata dai robot umanoidi, anzi indistinguibili dagli umani (ma perché li mandano in giro nudi?) ma anche una tecnologia che permette di tornare indietro nel tempo e cambiare le cose e questo è un elemento che, nella serie TERMINATOR, rimane sempre, a torto, in secondo piano. Insomma ok le implicazioni dell’intelligenza artificiale, ok chiedersi in che guaio ci stiamo cacciando creando una tecnologia avanzata che potrebbe diventare autocosciente e decidere di sbarazzarsi di noi, ma pure il fatto di manipolare il tempo e tornare indietro per cambiarlo non è roba da poco, implica l’esistenza di un multiverso, linee temporali e realtà parallele, implica il paradosso del nonno, qualcosa di inimmaginabile nella totalità della sua portata, per qualunque intelligenza. Pensiamoci un attimo. Se un terminator non fosse stato mandato indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor, nel passato non avrebbero potuto appropriarsi della tecnologia per la costruzione dei cyborg, ma non sarebbe stato concepito nemmeno John Connor, il cui padre viene mandato nel passato dallo stesso John Connor del futuro, ignaro, per salvare sua madre. E se avesse deciso di andarci lui stesso? Sarebbe diventato padre di sé stesso? L’intelligenza artificiale è già realtà ora, anche se non siamo ancora arrivati a darle sembianze umane perfette, ma i viaggi nel tempo ora sono stati effettuati solo a livello subatomico e si spera che si arrivi a capire di potersi fermare in tempo, perché allora si che le implicazioni sarebbero davvero ingestibili. Insomma, lo abbiamo capito, al di la del classico film d’azione, le scene al cardiopalma, le esplosioni, le sparatorie, i personaggi uno più cazzuto dell’altro (che ti fanno scadere tutti quelli che conosci nel mondo reale, perché nessuno nel modo reale è altrettanto cazzuto) questo film e tutta la saga (assolutamente da recuperare, ma ne ho tantissime di saghe da recuperare) nascondono dei sottotesti su cui non si riflette mai abbastanza perché si crede che non potranno mai davvero riguardarci e in troppi ancora non hanno capito quanto ci sbagliamo su questo.

     
  3. Sono rimasta travolta dal ritmo incalzante e dall’azione di “Terminator 2”. Ogni scena è un’esplosione di adrenalina: ho sentito la tensione crescere sempre di più, come se ogni minuto contasse. Gli effetti speciali e le sequenze d’azione sono ben fatte, e poi c’è Arnold Schwarzenegger, che non è solo perfetto nel ruolo del Terminator: è il Terminator. La sua capacità di rendere un robot apparentemente freddo e privo di emozioni quasi umano mi ha colpita, rendendo il suo personaggio indimenticabile. Per non dimenticare Sarah Connor: il suo personaggio, rispetto al primo film, si trasforma in una guerriera forte e determinata. È disposta a tutto per proteggere suo figlio: spezzata dal dolore e dalla consapevolezza del futuro, nonostante ciò non si arrende mai.

     
  4. Che si può dire di un capolavoro come Terminator II che non sia già evidente da solo? Un film mozzafiato, ricco di azione e avventura, che mi ha trascinata in un mondo fantascientifico sorprendentemente vicino alla nostra realtà. Tra gli elementi che mi hanno colpito di più c’è sicuramente la colonna sonora, in particolare “Bad to the Bone”, che accompagna una delle scene più iconiche della storia del cinema.

    Un altro aspetto intrigante è l’interpretazione di Arnold Schwarzenegger e Robert Patrick, entrambi perfetti nei ruoli di robot spietati e privi di emozioni. Anche se il Terminator interpretato da Schwarzenegger riesce a mostrare un accenno di empatia nelle sue interazioni con il giovane John Connor, il suo sguardo intenso e il modo in cui affronta i nemici lo rendono davvero inquietante. E poi c’è il T-1000 di Patrick: la sua corsa implacabile per inseguire John è semplicemente surreale, senza emozioni o fatica, proprio disumano.

    In definitiva, il film mi è piaciuto molto. La saga è famosa per la sua dinamicità, ed è proprio questa energia che lo rende così avvincente.

     
  5. Terminator 2 può essere definito il perfetto connubio tra intelligenza emotiva ed intelligenza artificiale. La trama molto profonda è intrecciata ad un’azione molto travolgente. Il tema principale è la lotta per il futuro in un mondo in cui la minaccia più grande sono i robot. La trasformazione del T-800 da nemico a protettore di John Connor è straordinaria e offre un potente messaggio sulla redenzione e l’umanità. Gli effetti speciali, pionieristici per l’epoca, sono ancora impressionanti, e la colonna sonora di Brad Fiedel contribuisce a creare un’atmosfera indimenticabile. Film sicuramente molto emozionante.

     
  6. “Terminator 2: il giorno del giudizio” è un film altamente dinamico che indaga i rapporti complessi e sfaccettati tra l’intelligenza artificiale e l’essere umano.
    Da un lato, infatti, le macchine rappresentano una minaccia mortale per l’umanità, dall’altro T-800 risulta una figura protettiva, quasi paterna, per John Connor.
    Il Terminator nel corso del film sviluppa una sorta di empatia nei confronti dei protagonisti, nonostante non possieda un vero e proprio senso morale. Il loro rapporto, di conseguenza, è il risultato di un processo di apprendimento frutto della tecnologia.
    Quest’ultima può imitare emozioni e comportamenti umani ma, tuttavia, non sarà mai in grado di piangere e provare emozioni, come sottolineato nella scena finale.
    Tra una sequenza di distruzione e l’altra si ha l’evoluzione di T-800 e, nonostante perda gradualmente le fattezze umane rivelando la sua vera natura di macchina nel corso dell’incessante lotta contro T-1000, siamo sempre più portati a sostenerlo.
    Tuttavia ritengo ci siano delle differenze fondamentali tra questi due tipi di intelligenza: i Terminator sono limitati a ciò per cui sono stati programmati e seguono una logica puramente meccanica, mentre gli esseri umani sono spinti da motivazioni più complesse influenzate da valori e relazioni.
    Da un punto di vista cinematografico James Cameron adotta una narrazione visivamente molto intesa tramite sequenze di azioni serrate ed effetti speciali pionieristici per il suo tempo, tenendo alta l’attenzione dello spettatore e dando un senso di urgenza, come se stessimo scappando anche noi da T-1000.
    Questo aspetto è sottolineato anche dalla colonna sonora che crea un’atmosfera di suspence e azione.
    Il film, in conclusione, esplora il tema dell’etica della tecnologia: dal mio punto di vista vedere una macchina sviluppare comportamenti simili a quelli dei protagonisti, tra i quali l’iconico “hasta la vista baby”, porta a riflettere su quanto sia sottile il confine tra umano e artificiale.

     
    • Terminator 2: il giorno del giudizio, è un film che pone l’attenzione sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, ma soprattutto del suo rapporto con l’umanità.
      Fin da subito si palesa la contrapposizione del bene e de male; infatti da un lato abbiamo il male, ovvero un Terminator che vuole distruggere l’umanità, privo di empatia e sentimenti proprio come fosse un robot, dall’altro abbiamo, invece, T-800 che diventa una figura fondamentale e protettiva verso il protagonista John Connor. Infatti sviluppa una protezione verso i protagonisti, tant’è che viene da chiedersi se sia veramente anche lui un Terminator. Questo rapporto che si instaura porta ad una riflessione sulla tecnologia, proprio perché il loro rapporto ha alla base la tecnologia.
      Durante lo svolgimento del film viene evidenziata la differenza tra gli umani e il Terminator: nonostante in T-800 nasce un sentimento nei confronti del bambino, ci sarà sempre la differenza che gli umani esternano le emozioni anche attraverso le lacrime, mentre il Terminator si limita ad indagare sul perchè delle lacrime ma rimarrà sempre un essere con fattezze tecnologiche.
      Per quanto riguarda il film vengono utilizzate tecniche di narrazione molto all’avanguardia, effetti scenici e suoni che ti fanno sentire parte degli eventi. Il modo in cui viene sviluppato porta anche a riflettere sulla malvagità di T-1000, il Terminator programmato per non avere emozioni, emerge proprio la differenza tra i due.
      In conclusione, il film vuole portare a riflettere sul rapporto tra umanità e artificiale: se si ha il controllo della tecnologia non può risultare un male, si delinea un rapporto quasi alla pari se si ha il giusto controllo.

       
  7. Il film approfondisce aspetti su come può evolvere un’intelligenza artificiale creata e programmata per svolgere specifiche funzioni.
    Può questa intelligenza sviluppare processi per i quali non è stata programmata? Può quindi avere dei comportamenti che non sono stati previsti, come le emozioni, o non controllabili, come la prevaricazione sull’uomo?
    È interessante osservare come le macchine paradossalmente sembrino più empatiche degli uomini; queste macchine sviluppano comportamenti umani imparandoli dall’uomo stesso.
    Lo si vede quando Terminator impara le usanze umane, il bambino non agisce sulla macchina modificandola, ma gli da dei suggerimenti che lui decide di adottare. Lo ascolta.
    Si vede come John Connor gli insegni ad essere più umano, a vivere.
    La macchina non prova emozioni ma decide di cambiare il suo modo di interagire con le persone, risultando più empatico e dando l’impressione che provi emozioni.
    Non si capisce se Terminator abbia veramente imparato a provare emozioni, ma sicuramente ne ha compreso il significato e il valore.
    Lo si vede soprattutto nella scena finale con il gesto della mano, rivolto a John Connor, mentre scompare.
    Poter creare una macchina che abbia le capacità umane è sempre stata una nostra ambizione e al giorno d’oggi con le nuove tecnologie siamo sempre più vicini all’obbiettivo.
    Come nel film queste macchine create dall’uomo si sono poi rivoltate contro di esso, oggi lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale, da noi creata, sta diminuendo le nostre capacità sia dal punto di vista intellettuale che creativo, perché con l’eccessiva presenza di supporti tecnologici non siamo più in grado di ragionare autonomamente e abbiamo perso delle conoscenze fondamentali che ci sono sembrate superate e che adesso non siamo più in grado di utilizzare.

     
  8. L’umano e la macchina: una battaglia che Cameron ha voluto rappresentare in questo capolavoro nella maniera più dettagliata e accurata possibile. Un’idea di sviluppo tecnologico (quella di Cameron) che, pensando a T-1000, va ben oltre l’odierno ma che ci porta a riflettere su quanto anche oggi l’intelligenza artificiale e le ultime tecnologie crescano tanto rapidamente fino a correre il rischio di rendere “l’uomo-creatore” sempre meno consapevole delle conseguenze future.
    Ancora più che nel primo, del film ho inoltre apprezzato l’attenzione verso l’emozione, l’empatia e i sentimenti umani: una sicurezza che, nonostante tutto, mantiene ancora una netta distinzione tra macchina e uomo.

     
  9. Terminator 2: il giorno del giudizio è un film che lascia molto spazio alla riflessione sull’evoluzione del rapporto tra l’intelligenza artificiale e l’uomo. Il film mette in scena le due facce opposte dell’AI, da un lato abbiamo T-800 che è stato programmato per proteggere John Connor e rappresenta quindi il lato positivo. Questo inizialmente creato per uccidere, si evolve grazie al contatto diretto con l’essere umano, dimostrando la sua capacità di adattarsi e imparare la compassione e il senso di protezione. Dall’altro lato abbiamo T-1000 che è invece caratterizzato dalla completa mancanza di emozioni, prendendo quindi decisioni logiche e fredde che hanno il solo scopo di portare a termine la sua missione, quella di eliminare l’intera razza umana. Questo dualismo rappresenta, secondo me, la parte centrale della riflessione che coinvolge questa tecnologia e di come questa possa essere sia una minaccia che un potenziale alleato. T-1000 simboleggia il pericolo di creare delle macchine prive di emozioni capaci di prendere decisioni spietate, mentre T-800 dimostra, nel corso del film, che l’intelligenza artificiale se guidata ad apprendere valori umani, riesce ad incarnare un ruolo decisamente diverso. Secondo la mia opinione il film sottolinea che il vero problema non risiede nella tecnologia in sé, ma piuttosto nella mancanza di controllo e supervisione da parte dell’essere umano che spinto dal desiderio di svilupparla sempre di più, spesso non considera le possibili conseguenze. La pellicola ci mostra esattamente cosa può accadere quando quel controllo viene perso, invitandoci a riflettere sulla responsabilità umana nel governare l’AI e nell’assicurarsi che rimanga al servizio della società, senza diventare una minaccia.

     
  10. “Terminator 2 – Il giorno del giudizio” è un film estremamente coinvolgente, un grande esempio di cinema come intrattenimento, ma non solo. La storia di questo secondo capitolo integra abilmente messaggi positivi, sul valore della vita, l’empatia, l’utilizzo della tecnologia per fare del bene, e la non predeterminazione del futuro. L’uomo impara dalla macchina e la macchina impara dall’uomo, un’ideale di coesistenza verso un futuro migliore.
    Il T800, che nel precedente film era l’antagonista, viene riprogrammato da John Connor dal futuro per proteggere se stesso nel presente (del film). Se inizialmente questo tecnologico bodyguard è freddo e ancora programmato per uccidere, attraverso le indicazioni del giovane John diventa una macchina non letale (tranne per il T1000, si intende), e acquisisce caratteristiche e comportamenti più umani. All’inverso, Sarah Connor, trattata come una pazza, ricorre sempre più alla violenza, convinta che sia l’unico modo per fermare il disastro imminente. La sua ossessione per il futuro apocalittico la rende dura, distante, quasi disumanizzata, mettendola in netto contrasto con l’evoluzione del T800. Il film gioca magistralmente con questo ribaltamento dei ruoli, mostrando come Sarah, pur essendo umana, perda parte della sua umanità nella sua disperata missione, mentre il T800, una macchina, inizia a comprendere il valore della vita.

    L’evoluzione di questi personaggi sottolinea uno dei temi principali del film: la possibilità di cambiare. Nonostante tutto sembri predeterminato, la storia ci insegna che il futuro non è scolpito nella pietra. ‘Il destino non è scritto’, come Sarah afferma, e attraverso le loro scelte, i protagonisti dimostrano che anche gli esseri più rigidi o programmati possono evolvere.

     
  11. Il punto focale di “Terminator 2: Il giorno del giudizio”, sequel di James Cameron, é sicuramente il rapporto tra la macchina e l’essere umano, abbracciando di conseguenza il tema dell’intelligenza artificiale.
    La continua evoluzione di quest’ultima è ben visibile nella nuova versione del Terminator T-1000 che, realizzato interamente in metallo, è in grado di assumere la forma delle persone e degli oggetti con cui entra a contatto.
    T-800, nonostante sia meno avanzato, cerca di proteggere con tutte le sue forze John e Sarah, adempiendo alla sua missione e riuscendo ad avere la meglio.
    Nonostante questo é ben consapevole di non poter diventare umano; stando a contatto con i due però, alla fine del film, dice di aver compreso perché gli umani piangono ma sa di non poter varcare quel confine.
    Tra le altre cose fa molto riflettere il rapporto tra John e il Terminator e come il bambino cerca di insegnargli l’umanità, ordinandogli di non uccidere oppure battendogli il cinque, quindi trasmettendogli il linguaggio e il modo di fare tipico.
    Da una parte c’è una macchina progettata per uccidere (T-1000), che niente e nessuno può scalfire, dall’alta c’è una macchina che apre uno spiraglio alle emozioni, arrivando a comprenderle ma senza poterle provare; ciò insegna che la tecnologia può sfuggire al controllo causando problematiche e conseguenze irreversibili.
    Il film essendo una lotta all’ultimo sangue mostra delle inquadrature dinamiche e veloci, contrapposte a momenti più lenti; l’audio e i colori accompagnano le scene e si adattano ad esse, così come alla tematica.

     
  12. Il secondo film della saga di Terminator offre una visione dell’intelligenza artificiale diversa dal primo, mostrando un rapporto più stretto tra l’uomo e la macchina.
    La scelta di far scontrare le due forze robotiche, accomunate dalla stessa natura, che lottano per motivazioni opposte lancia un messaggio molto interessante, a parer mio sembra quasi dimostrare che non esiste obbligatoriamente solo la visone negativa della macchina come era parso nel primo film.
    Il Terminator viene umanizzato e avvicinato allo spettatore durante tutto il corso della storia, sopratutto perché John cerca di insegnargli lo slang e i modi di fare più comuni del tempo, svelando che la macchina in realtà non sia a conoscenza di tutto quanto e non abbia quindi un’intelligenza superiore.
    In questo caso il rapporto tra uomo e macchina non è di natura antagonistica, anche se effettivamente c’è T-1000 che ha l’obiettivo di uccidere, tra i protagonisti è presente una relazione più di convivenza e di protezione.
    Ho apprezzato molto che Sarah abbia dubitato e non si sia fidata completamente del Terminator anche al momento della sua morte perché l’ho trovato molto realistico considerando quello che aveva passato precedentemente, nonostante nella scena persino il robot intuisce di dover morire per assicurarsi che non accada nulla ai due, Sarah non è così disperata come John.
    Nel complesso vengono offerte scene molto dinamiche e ricche di azione, lo spettatore è trascinato nella storia in modo molto naturale e si è cercato di far provare una sorta di empatia verso il Terminator fino alla fine.
    Una frase che mi ha colpito molto è stata “Ora capisco perché piangete. Ma io non potrei mai farlo.” evidenziando che, sebbene la macchina abbia imparato diversi atteggiamenti umani, rimane comunque priva di emozioni.

     
  13. “Terminator 2” è un film che mescola azione e fantascienza. Ma pur presentando grandi effetti speciali che per certi aspetti risultano anche impressionanti più per quell’epoca, purtroppo la trama mi è sembrata ripetitiva e un poco prevedibile. Invece ciò che mi ha interessato è il messaggio finale, che gira intorno al tema della speranza e della redenzione. Prendendo ad esempio T-800, da nemico è riuscito a cambiare e a diventare un protettore. È anche evidente come il potere che possiede l’umanità e le decisioni prese nel presente possano influenzare il proprio futuro ma anche il futuro in generale. E quindi ribadisce quanto sia importante riflette sulle nostre azioni e a cosa esse potrebbero portare.

     
  14. Ciò che mi ha colpito di Terminator 2 è che per assurdo, ai miei occhi, racconta più della condizione umana che della possibile e catastrofica evoluzione dell’intelligenza artificiale.
    Mettendo a confronto macchine e uomini in un certo senso possiamo apprezzarne maggiormente i pregi, come notare in modo molto più evidente le storture dell’ “essere” degli esseri umani.
    Ho apprezzato molto il primo Terminator ma credo che questo sequel offra uno sguardo che si distingue da quello puramente apocalittico, vediamo finalmente una collaborazione fra i due opposti; insomma una pellicola con tutti i crismi di un film d’azione ma che possiede anche un risvolto emotivo non indifferente.
    Se e quando le macchine proveranno vera empatia noi non ne avremo mai la certezza, l’unica cosa di cui sono certa è che non sceglieranno scientemente di dire “hasta la vista, baby”.

     
  15. Terminator 2, a spasso nel tempo, potrebbe essere un secondo titolo. O anche un ritorno al futuro (che tenta d’aggiustare un aberrazione, tornando al passato, sia per distruggere l’artefice di una resistenza, ma anche salvarlo… !).
    Che il tema del tempo sia centrale è evidente: una proposta di futuro distopico che ha al suo interno una scintilla di umanità che correggerà (forse) la distopia.
    Si sfiorano così, i temi filosofici e di rilettura del passato, di un filone narrativo che si snoda a spirale intorno ai due aspetti eterni, duali: il bene ed il male: questa volta trasposti nell’intelligenza artificiale, facendoci intuire una possibilità all’interno di sé stessa: abbiamo un ruolo creativo o educativo? O se dimentichiamo la nostra umanità per promuovere una corsa sfrenata della tecnologia, senza includere gli aspetti etici, siamo destinati a soccombere?
    Per essere un film che ostenta largamente l’uso di mirabolanti effetti speciali, niente male!

     
  16. Il secondo capitolo di terminator: il giorno del giudizio, è un capolavoro.Vi è un unione di fantascienza e una sorta di umanità che cambia il proprio destino. Grandi effetti scenici all’americana. Riflette molto sul senso dell’utilizzo del AI: viene inserito in un organismo che può essere diabolico o benevolo… Anche se è un terminator riesce a cambiare il suo destino e a provare emozioni umane.

     
  17. Il film mi è piaciuto molto e, malgrado non avessi visto il primo film, sono riuscita a seguire comunque la narrazione degli eventi senza particolari difficoltà.
    Il genere cinematografico del film rientra maggiormente nei miei gusti rispetto a 2001: Space Odyssey, quindi ho trovato l’esperienza molto più coinvolgente.
    In particolare mi sono piaciute le numerose scene di combattimenti e inseguimenti culminate nello scontro finale tra il T-800 e il T-1000. Le ho trovate tutte molto avvincenti, dinamiche con diverse esplosioni e colpi di scena che si susseguono. Nonostante sia quasi scontato che il T-1000 sia destinato a essere sconfitto, in quanto antagonista della pellicola, durante tutti i combattimenti sono comunque rimasta con il fiato sospeso e in tensione, preoccupandomi per i protagonisti. Onestamente, mi aspettavo che da un momento all’altro Sarah Connor morisse, sacrificandosi per il figlio, idea accentuatasi ancora di più nella mia mente, nella scena in cui lei osserva il figlio con il Terminator e riflette su come il robot possa essere la figura paterna più adatta per il figlio.
    Sono quindi rimasta abbastanza sorpresa alla fine del film, quando, a morire, non è Sarah Connor bensì lo stesso Terminator. La scena è stata tristissima e, anche se si tratta di una macchina artificiale, devo ammettere che mi sono quasi commossa, soprattutto davanti alla disperazione e alla chiara emozione di John all’idea di dover dire addio al T-800.
    A mio parere, infatti, il rapporto tra John e il Terminator è l’elemento principale e più interessante del film. Il Terminator fin dall’inizio viene mostrato come un robot privo di sentimenti, volto solo a portare a compimento la sua missione, ma più tempo lui passa con John, più si verifica un cambiamento nella sua personalità. Se inizialmente il Terminator non vuole nemmeno ascoltare il bambino ed esegue i suoi ordini solo perché è programmato a farlo, in seguito si vede come gradualmente inizia a prestare attenzione a quello che John dice. La scena in cui John gli insegna a parlare con un linguaggio più simile a quello degli esseri umani è l’emblema del processo di umanizzazione a cui il Terminator viene sottoposto, processo che raggiunge il suo apice nel finale del film.
    Alla fine, infatti, quando il Terminator si prepara a morire per salvare il futuro del mondo e saluta John per l’ultima volta, il bambino piange e il robot ammette che finalmente è in grado di capire perché gli esseri umani piangono, concetto prima di allora a lui sconosciuto.
    La scena rappresenta il simbolico incontro tra due mondi, quello umano e quello delle macchine, che, seppur differenti, sembrano destinati ad incontrarsi.
    Infine posso dire di aver apprezzato molto anche la contrapposizione che nel film viene creata tra il personaggio di Sarah Connor e quello del Terminator, che viene messa in evidenza anche dalla colonna sonora. I due personaggi, molto diversi inizialmente, con il succedersi degli eventi sembrano infatti scambiarsi la personalità. Mentre Sarah Connor diventa più robotica, cinica e concentrata solo sul completare la sua missione ed evitare un futuro apocalittico, anche a costo di uccidere un uomo innocente, il Terminator si umanizza e, nei suoi combattimenti, evita di mietere vittime umane. Si tratta di un’interessante evoluzione che porta inevitabilmente a riflettere sul rapporto tra macchine e uomini e sulla volubilità dell’essere umano.

     
  18. Terminator 2 è un’importante film che esplora il tema dell’umanizzazione dell’intelligenza artificiale, soprattutto in contrapposizione alla brutalità e freddezza che viene mostrata nel primo film da parte del Terminator.
    La narrazione esplora i personaggi di Sarah Conner e suo figlio John, i quali hanno vissuto alcuni anni ricchi di esperienze insieme prima di essere separati a causa dei comportamenti rischiosi della madre. Due persone dal futuro appaiono anche in questo film, ma in questo caso entrambi diversi modelli di Terminator, uno con il compito di proteggere John e l’altro di ucciderlo per fermare le forze di resistenza.
    Si crea un’interessante dicotomia tra il ruolo del Terminator e Sarah nella vita di John: il primo che, nonostante le limitazioni in quanto intelligenza artificiale e macchina, assume sempre più comportamenti umani e ricopre un ruolo da padre, mentre la seconda ignora i suoi istinti materni e sacrifica il rapporto con il figlio, concentrata sulla sua grandezza e importanza nel futuro dell’umanità. Il compito di entrambi è proteggerlo, eppure solo uno dei due sembra mostrare umanità nel suo obiettivo, in ciò il film ribalta le nostre aspettative.
    E’ proprio grazie a questi momenti con il Terminator che John è formato per diventare il vero leader della resistenza, non abbandonando ciò che lo rende umano nella lotta contro le macchine.

     
  19. Terminator 2 – il giorno del giudizio è un film che analizza pienamente il tema dell’intelligenza artificiale. infatti, possiamo vedere come in buona parte della pellicola T-800 (interpretato da Schwarzenegger) cerchi di imparare il più possibile dal piccolo John per assomigliare al genere umano. In contrapposizione a T-800 c’è il personaggio di T-1000 che riesce ad assumere tutte le forme che riesce a toccare, come se fosse un camaleonte. In particlare, questo personaggio mostra come si pensava sarebero diventati in futuro i robot e come si sarebbe evoluta la tecnologia nel corso del tempo. Concezione completamente diversa della tecnologia si ha poi nei film successivi al 1991, quando si ipotizza un mondo in cui i robot non vogliono uccidere e distruggere il genere umano, ma sono lieti di poterlo servire.

     
  20. Non mi era mai capitato di vedere un film di questa serie realizzata da J. Cameron. Terminator 2 – Il giorno del giudizio l’ho trovato molto intenso e rilevante: è evidentemente un film d’azione/fantascientifico dove però il regista ha voluto introdurre il tema dell’intelligenza artificiale (considerata una novità odierna) messa a confronto con il genere umano. Il protagonista principale è un cyborg con sembianze umanoidi (interpretazione fantastica da parte di A. Schwarzenegger) che appunto si mescola tra la gente normale ma durante il film (soprattutto durante i combattimenti) viene fuori quasi immediatamente la sua natura; ma allo stesso tempo notiamo il potenziale cambiamento e le influenze che questo robot acquisisce passando sempre più tempo affianco a due essere umani (la mamma, Sarah Connor, ritenuta anche fuori di testa per credere all’esistenza dei terminator, e suo figlio John). Soprattutto il bambino, John Connor, farà intendere sia al suo nuovo ‘amico’ sia a noi che nonostante sia inumano ha la capacità di capire le emozioni umane.
    Effetti speciali straordinari, soprattutto a mio parere durante gli scontri tra T-800 e il suo avversario ‘coetaneo’ T-1000

     

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