Ricomincio da noi
DATI DI PRODUZIONE
Finding your feet, di Richard Locraine, Regno Unito (2017)
Sceneggiatura: Nick Moorcroft, Meg Leonard; produttore: Andrew Berg, Marco De Angelis, Meg Leonard, Sarada McDermott, Nick Moorcroft, John Sachs, James Spring, Charlotte Walls; fotografia: John Pardue; montaggio: Johnny Daukes; scenografia: Jon Bunker; costumi: Jill Taylor
Interpreti: Imelda Staunton (Sandra), Timothy Spall (Charlie), Celia Imrie (Elizabeth), Joanna Lumley (Jackie), David Hayman (Ted)
SINOSSI
Sandra Abbott è sposata con Mike da trentacinque anni, e quando scopre che questi ha una relazione con la sua migliore amica Pamela fugge a Londra dalla sorella maggiore Elizabeth. Nonostante l’apparente incompatibilità fra le due sorelle, Elizabeth convince Sandra a partecipare a una lezione di danza promossa dalla comunità in cui vive, durante la quale Sandra conosce gli amici della sorella e, in particolare, il tuttofare Charlie, del quale lentamente s’innamora. Quando il gruppo di ballo inizia a esibirsi in strada per beneficienza, il promotore di un festival di danza italiano li invita a esibirsi a Roma…
TRAILER
COMMENTO
Il titolo originale, Finding your feet, significa “adattarsi a un nuovo contesto, a una nuova situazione”: è una frase idiomatica che ben incarna la condizione della protagonista Sandra. “Lady” Abbott vive una vita agiata, al fianco del rispettabile Mike, presso una magione estranea al fermento della capitale britannica. La scoperta del tradimento dell’uomo con una presunta amica è una doccia ghiacciata: decisa a non accettare alcun compromesso, la “Lady” raccatta i suoi averi, abbandona la sua reggia e sceglie di trasferirsi dalla sorella Elizabeth. La protagonista affronta difficilmente il radicale cambiamento, ma l’incontro con Charlie e la partecipazione a un gruppo di ballo favoriranno il risveglio di Sandra dal suo torpore. In questo senso, il film di Locraine è un coming of age all’inverso: Sandra, che credeva di aver riposto in un cassetto la sua immensa passione per la danza, si ritrova coinvolta in una nuova avventura che la porterà a riconsiderare il beneficio del cambiamento. La terza età non è più dunque un capolinea dell’esistenza, bensì una fase di rinnovamento colma di opportunità. Ma unitamente alla vena sarcastica e al British humour caratterizzanti il film di Locraine, Ricomincio da noi riflette anche sulla malattia e sulla perdita con schiettezza, privandoli dell’aura di tabù. A questi si contrappone l’elemento della danza, del “ballo della vita” dotato di una funzione rigeneratrice e liberatoria rispetto alle angosce della vita quotidiana.
PREMI
- 35° Torino Film Festival: film d’apertura
CRITICA
Mai dire vecchio. Guai a dare ascolto ai guai: depressione, mal di schiena, acciacchi vari. Il cinema britannico non si stanca di ripeterlo (forse, chissà, la vispa Miss Marple continua a tramare dietro le quinte…). Ecco allora un altro film agrodolce, con protagonisti simpatici anzianotti decisi a trascorrere al meglio la terza età. Cast assortito, con abbondanza di star: la moglie fedele che, scoperto il marito fedifrago dopo oltre trent’anni di matrimonio, fugge da casa; la sorella della tradita, mai scesa dalle barricate libertarie del ’68; e un gruppo di amici un po’ vanesi, uomini e donne, felici di aver scoperto in una scuola di ballo l’elisir di una nuova quasi-giovinezza.
—Luigi Paini, Il Sole 24 ore
A Loncraine non interessa per nulla far brillare l’ensemble, quanto disseminare attentamente tutte le briciole di pane per il rebirth della sua Lady. In quest’ottica, la versione più classica del postmoderno non solo lo aiuta, ma avalla proprio quella politica direttiva, e diremmo cinematografica, del film come fabbrica dei sogni. Ricomicio da noi è l’universo del possibile, dell’”avrei voluto…ma non ce l’ho fatta” cambiato di segno.
—Pasquale Pirisi, Sentieri Selvaggi
VOTA IL FILM
Ritrovarsi cornuti e cazziati è un dramma terribile a qualsiasi età, ma da una certa età in su, quando il tempo di ricalibrare la tua vita e ricominciare non è più così tanto è ancora peggio, dopo 35 anni di matrimonio durante i quali praticamente ci si fossilizza è davvero difficile ritrovare una direzione e forse trovarla è ancora peggio perché così ti accorgi di aver vissuto una menzogna. Con tutto ciò farà i conti Sandra, grazie all’aiuto di una sorella che praticamente non è mai cresciuta e vive tutto come un’adolescente e si porta a casa delle mummie che gli muoiono sul divano quando cerca di farci qualche cosa perché non si accorge che ormai il cosiddetto tempo che Berta filava è passato da un pezzo. Questa commedia è molto simpatica, ma io trovo che dia dei messaggi fuorvianti, insomma è bene non lasciarsi andare e continuare a vivere pienamente finchè ne abbiamo la possibilità, ma questo non significa che proprio tutto possa essere fatto a qualsiasi età e francamente la storia del salto nel vuoto dovrebbe essere messa al bando perché quel genere di salto nel vuoto porta chi lo compie a ritrovarsi a nuotare in un mare di merda. Proprio perché la vita è una e bisogna averne cura bisogna evitare di fare certe cose. Non fosse stato per questi messaggi fuorvianti la commedia in sé sarebbe simpatica, allegra, recitata bene con attori attempati, ma in formissima.