Le otto montagne
DATI DI PRODUZIONE
Le otto montagne, di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, Italia/Belgio/Francia (2022)
Soggetto originale: Le otto montagne di Paolo Cognetti; sceneggiatura: Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch; produttori: Hans Everaert, Lorenzo Gangarossa, Mario Gianani, Louis Tisné; produttrice esecutiva: Olivia Sleiter; fotografia: Ruben Impens; musiche: Daniel Norgren; montaggio: Nico Leunen; scenografia: Massimiliano Nocente; costumi: Francesca Brunori
Interpreti: Luca Marinelli (Pietro), Alessandro Borghi (Bruno), Elena Lietti (Francesca Guasti), Filippo Timi (Giovanni Guasti), Lupo Barbiero (Pietro da piccolo), Cristiano Sassella (Bruno da piccolo)
SINOSSI
Pietro e Bruno sono amici da una vita: il loro legame s’instaura e si consolida durante le estati che il primo trascorre nel villaggio di Graines, in Val d’Ayas, terra natìa del secondo. Col passare degli anni, Pietro e Bruno prendono strade diverse: Pietro vive una profonda crisi col padre, il quale non manca di frequentare con costanza la montagna nella quale Bruno è rimasto, e dove intende rimanere fino alla fine dei suoi giorni. La dipartita del padre di Pietro e il lascito al figlio e all’amico di sempre di un rifugio ad alta quota saranno gli elementi che condurranno i due protagonisti, ora diventati uomini, a scegliere la propria strada.
TRAILER
COMMENTO
Tratto dal romanzo omonimo vincitore del Premio Strega, Le otto montagne è un film anomalo. La sua atipicità affiora, in primis, dalla scelta di utilizzare il formato 4:3, che pur riflettendo una contemporanea tendenza cinematografica, pare inadeguato in rapporto al paesaggio montano che si staglia sullo sfondo di questa storia d’amicizia lunga una vita. Tuttavia, la scelta adottata da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch sortisce un effetto di raffinata focalizzazione sulle storie intime al centro del racconto. Pietro è alla ricerca di uno scopo, e crede di trovarlo assecondando le ultime volontà del padre; Bruno pare così convinto di averlo già trovato, ed è la sua permanenza fra le montagne nelle quali si è da sempre rifugiato, sottraendosi al movimento costante del progresso. Ma forse l’atipicità di evidente del film della coppia di registi belgi risiede in una narrazione che si smarca da cliché stilistici, dall’happy ending, da una verbosità eccessivamente didascalica. Le otto montagne si costruisce entro gli spazi aperti della montagna, ambiente al contempo accogliente e ostile, e gli spazi chiusi, come il rifugio ricostruito da Pietro e Bruno, nel quale la parola in quanto tale cede il passo al gesto e al non-detto. Accompagnato da una penetrante colonna sonora composta da canzoni indie-folk, il film di Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch è il racconto di un’amicizia che valica confini spaziali e temporali, resa ancor più penetrante dalle convincenti interpretazioni di Luca Marinelli e Alessandro Borghi.
PREMI
- Festival di Cannes 2022: Premio della Giuria (Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch)
- David di Donatello 2023: Miglior Film (Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch), Miglior sceneggiatura non originale (Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch)
CRITICA
Le otto montagne è un film da vedere per diversi motivi: uno di questi è capire lo stato di forma del cinema nostrano, o comunque del suo ruolo in un più ampio panorama internazionale, ben testimoniato dalla grande performance al Festival di Cannes. E poi c’è la grande regia della coppia belga Van Groeningen-Vandermeersch, anche loro totalmente devoti alla realizzazione di una pellicola in grado di trasmettere emozioni dirette e non filtrate.
—Esquire
Le otto montagne è […] un’escursione a suo modo persuasiva nel destino complementare di due uomini segnato dal rapporto con un’unica figura paterna (biologica per uno ed elettiva per l’altro) essa stessa scissa (l’uomo, cupo in città, solo in montagna riesce a illuminarsi). Una parabola sull’ambiente che forma i caratteri e in cui vibra, sottopelle, la dialettica tra ciò che si è vissuto e ciò che sarebbe potuto accadere (Bruno diventa il figlio che Pietro avrebbe potuto essere, entrambi versioni possibili di un’unica vita).
—Luca Pacilio, Spietati
VOTA IL FILM
Un film che ci insegna che ci sono modi diversi di percepire la montagna: quello di chi ci passa le vacanze per stare a contatto con la natura, respirare aria buona e chi in montagna ci vive e deve sopravvivere con quello che la montagna dà, vivere con le bestie, accudirle… persone che ti fanno capire che la natura non è il concetto astratto e romantico di chi la vive da fuori, ma è composta di elementi molto concreti, concreti come lo sono i punti di riferimento per chi vive in città: in città sai dove andare a comprare il pane, il latte eccetera, chi vive in montagna non ha negozi, ha questi elementi concreti della natura come punti di riferimento. Vivere la montagna in modo diverso non impedisce ai due ragazzi protagonisti di essere amici, di andare ciascuno per la propria strada, ma comunque ritrovarsi, di seguire ognuno le proprie idee sulla vita anche se poi uno dei due si ritroverà stritolato e isolato dalle proprie convinzioni. Un film che per me sa di casa perché il bambino che interpreta Bruno da piccolo è mio compaesano (ed era stato ospite speciale alla prima del film a Morbegno l’anno scorso) suo padre fa la comparsa nella scena dei muratori al bar ed è stato consulente di Alessandro Borghi per la parlata montanara (con Alessandro Borghi sono pure rimasti in contatto). Un film per ricordarci l’importanza della cultura dei luoghi, ma che crea anche gemellaggi tra luoghi. Dopotutto, come si dice a un certo punto nel film, valligiani e montanari sono fratelli, in tutto il mondo formano un unico popolo.
Ho gradito molto il film, in considerazione della mia età e della mia provenienza da una famiglia contadina, ho rivisto e ripensato ad alcune fasi della mia vita ed agli aspetti, resi molto bene nel film, di famiglie contadine e cittadine e dei dubbi che passano per la mente dei giovani. Qualcuno osava distaccarsi dal percorso immaginato dalle proprie famiglie, in modo totale o solo col ricercare la propria autonomia.